Carne per tutti? Il pianeta non regge

Carne per tutti? Il pianeta non regge

Gli sprechi dovuti alla trasformazione vegetale-animale che rendono gli animali d'allevamento fabbriche di proteine alla rovescia non hanno solo un impatto sull'ambiente, ma anche un grave impatto sociale, sul problema della fame nel mondo.

Secondo gli ultimi dati della FAO, quelli del 2009, il numero di persone che soffrono la fame, nel mondo, è in costante aumento, e ha superato il miliardo.

Ma il problema non è semplicemente una scarsa quantità di cibo totale disponibile. Consideriamo alcuni dati.

L'Etiopia, anche durante la sua peggiore carestia, produceva semi oleosi che esportava per il consumo animale.

Il Brasile conta 16 milioni di persone malnutrite. Ed esporta 16 milioni di tonnellate di soia per mangimi animali - 1000 kg di soia l'anno per ogni individuo malnutrito! (Fonte: Database FAO 2001)

L'economista Lappé ha calcolato che in un anno (già negli anni '80), nei soli USA sono state prodotte 145 milioni di tonnellate di cereali e soia per i mangimi animali, ricavando solo 21 milioni di tonnellate di carne, latte, uova. La differenza è di 124 milioni di tonnellate: cibo sprecato che avrebbe assicurato un piatto di cereali al giorno a tutta la popolazione mondiale di allora (4,4 miliardi di persone)! E questo con il solo spreco degli USA: immaginiamo le implicazioni a livello mondiale. Inoltre, oggi, con l'aumentato spreco dovuto al maggior consumo di carne, la situazione è addirittura peggiore. (Fonte: Frances Moore Lappé, "Diet for a small planet", New York, Ballantine Books, 1982, pp.69-71)

Se consideriamo le proteine anziché le calorie: un ettaro di terra destinata ad allevamento bovino produce in un anno 66 kg di proteine. Destinando lo stesso terreno alla coltivazione della soia otterremmo nello stesso tempo 1848 kg di proteine, cioè 28 volte di più. (Fonte: J. Andrè, Sette miliardi di vegetariani, Giannone Ed.)

L'Europa è in grado di produrre abbastanza vegetali da nutrire tutti i suoi abitanti, ma non i suoi animali. Solo il 20% delle proteine vegetali destinati agli animali d'allevamento proviene dall'interno, il resto viene importato dai paesi del sud del mondo, impoverendoli ulteriormente, e sfruttando le loro risorse ambientali. (Fonte: Commissione Europea)

Oltretutto i prodotti animali che il sud del mondo esporta verso il nord provengono sempre da allevamenti intensivi di pochi ricchi proprietari, o da allevamenti estensivi dei grandi latifondisti, che arricchiscono poche persone, impoveriscono l'ambiente naturale e affamano la popolazione locale.

I paesi ricchi oggi possono consumare così tanta carne solo perché sfruttano suolo e risorse dei paesi poveri in cui il consumo di carne è minimo.

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