La moderna industria della carne

La moderna industria della carne

Fonte: "Ecocidio", J. Rifkin; Ed. Mondadori, 2001

Negli ultimi decenni dell'Ottocento, negli Stati Uniti iniziò a svilupparsi una vera e propria industria attorno alle attività di allevamento e macellazione dei bovini.

I collegamenti ferroviari dovevano il loro frenetico sviluppo proprio all'industria della carne, in quanto il trasporto degli animali dagli allevamenti del West ai macelli dell'Est avveniva appunto su rotaia. Nel 1871 venne aperto il primo impianto di macellazione e confezionamento in uno degli stati del West, l'Indiana, e vennero spedite via ferrovia non più le mandrie, ma le confezioni di carne fresca ai commercianti all'ingrosso dell'Est. Nel 1878 venne inventato il vagone refrigerato Swift-Chase, molto più funzionale dei precedenti, che consentiva di inviare carne fresca con costi molto inferiori di quanto era stato possibile fino a quel momento.

Poche grandi aziende controllavano l'industria della carne, dall'allevamento, alla macellazione, ai trasporti. Le cinque aziende più grandi formarono il "cartello della carne", controllando così i mercati, in violazione delle leggi federali. Nel 1903 la Corte Suprema degli Stati Uniti emise una sentenza contro il cartello, e tre delle cinque aziende si unirono a formare un'unica potentissima compagnia, la National Packing Company, che la stampa popolare chiamava "il più grande trust del mondo".

La compagnia fu sciolta nel 1913, ma nel frattempo si era formato un altro cartello di cinque oligarchi dell'industria della carne, stavolta a livello internazionale, i quali avevano interessi, oltre che nell'allevamento, macellazione e confezionamento della carne, anche nelle società ferroviarie, nei centri di raccolta del bestiame, nelle macchine utensili, nei magazzini, e in altre svariate attività produttive e fornitrici di servizi.

Gli standard, i processi e le tecniche dell'industria della macellazione influenzarono tutti gli altri settori dell'industria moderna. La produzione di massa, la divisione del lavoro e la catena di montaggio furono inventati dall'industria della macellazione.

In realtà si trattava (e si tratta) in questo caso di una catena di "smontaggio". Venne introdotto un nuovo strumento, il nastro trasportatore. Gli animali uccisi, appesi a testa in giù al nastro trasportatore sovrastante gli operai, venivano smembrati, e ciascuno degli operai si occupava di una singola fase del processo, sempre la stessa. Un numero enorme di animali veniva ucciso e smembrato in questo modo, per essere ridotto infine a pezzi di carne che non ricordavano più il corpo vivo a cui erano appartenuti.

Del nuovo processo di uccisione meccanizzata, Siegfried Giedion, storico della tecnologia, affermò:

"Quel che è più stupefacente di queste transizioni di massa dalla vita alla morte è la completa neutralità dell'atto ... Avvengono così rapidamente e sono talmente integrate nel processo di produzione da non generare quasi emozioni ... Non ci si commuove, non si prova nulla: ci si limita a osservare."

Dopo la seconda guerra mondiale, nuove aziende presero il posto delle cinque grandi industrie che avevano formato il precedente cartello della carne, ma se cambiavano gli attori non cambiavano i metodi.

Il passo successivo per aumentare i profitti fu quello di spedire la carne già confezionata in piccoli tagli, anziché in quarti di bue, risparmiando spazio. Un altro modo per aumentare i profitti consisteva nello sfruttamento dei lavoratori: le condizioni di lavoro erano infernali, per la natura stessa dei macelli, e i vari scioperi organizzati dai sindacati dagli anni '70 in avanti non ebbero un gran successo.

Oggi, in molte aziende il turnover del personale raggiunge il 43% al mese, spesso per scelta deliberata delle aziende, per impedire che i lavoratori abbiano il tempo di ambientarsi e organizzarsi. I lavori più pericolosi e ingrati vengono affidati agli immigrati messicani o ai rifugiati politici asiatici.

Il ritmo di lavoro è frenetico, la linea di produzione vede passare fino a 300 animali l'ora. Alcuni tagliatori devono eseguire un taglio ogni tre secondi, e la percentuale di incidenti sul lavoro è molto elevata. Gli operai che lavorano negli stabilimenti di lavorazione delle carni sono tra i lavoratori più sfruttati che esistano: conducono esistenze nomadi spostandosi da un'industria all'altra, vivono in parcheggi per camper e roulotte, sono spesso analfabeti e discriminati dal resto della popolazione locale.

Oggi negli Stati Uniti le tre grandi compagnie dell'industria della carne sono oggi la IBP (nata nel 1970, e acquistata nel 1981 da Occidental Petroleum), la Excel e la Con-Agra. Quasi tutte le fasi del processo di produzione sono sotto il loro controllo: posseggono le aziende che vendono le sementi, e le aziende agricole per la produzione di cereali per gli animali d'allevamento; producono fertilizzanti e pesticidi usati nelle stesse coltivazioni; posseggono enormi allevamenti intensivi ed estensivi, un quarto del totale degli animali allevati negli USA; macellano e confezionano le carni del 70% dei bovini provenienti da allevamenti intensivi.

Il nuovo cartello della carne è dunque oggi ancora più potente dei suoi precursori di un secolo fa.

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